cosa
Non esiste una netta distinzione tra consulenza [portare una soluzione], facilitazione [sbloccare il gruppo affinché trovi una soluzione da sé] e formazione [fornire strumenti utili a trovarla (la soluzione)]. Talvolta è la facilitazione a fare da protagonista assoluta in aula, così come gli strumenti propri della formazione contaminano di continuo la consulenza. O, ancora, in alcune fasi della facilitazione è il piglio consulenziale a prendere il sopravvento [laddove l'esperienza porta valore]. Detto ciò, i principali ambiti di intervento vengono classificati secondo questo criterio. Per una scelta ragionata, non perché non ne esistano altri.
consulenza
envisioning | Un percorso speciale con cui «uscire» - collettivamente - la propria idea di futuro. Per dare il giusto significato all'agire quotidiano e riscoprirne il senso. Di fatto, in massima sintesi, si tratta di trovare la risposta a tre domande fondamentali:
«cosa» | Cosa vuole diventare l'organizzazione nei prossimi anni? A quale domani migliore ambisce? Qual è la sua visione?
«perché» | Perché esiste? Chi è veramente? Qual è la sua indole, la sua vera natura, la sua vocazione? Qual è la sua missione?
«come» | Come intende raggiungere i risultati auspicati? Attraverso quali comportamenti diffusi? Ispirati da quali valori?
analisi culturale | Capire «come si fanno le cose da noi». La cultura organizzativa messa a nudo.
piano d'azione | Declinazione della visione in un piano d'azione coerente. Dai propositi ai fatti, per far succedere le cose.
gestione del cambiamento | Un'alchimia difficile, il giusto bilanciamento tra «hard» e «soft».
bilancio degli intangibili | Identificare, misurare e sviluppare il capitale umano, relazionale e strutturale. Benvenuti nel nuovo paradigma.
sparring partner | Una modalità inusuale per farsi supportare da un «alter ego». Il consulente di fiducia del board.
facilitazione
facilitazione come servizio | L'organizzazione di un presidio di facilitazione per rispondere, sul campo, a situazioni disfunzionali, con l'obiettivo di risolverle. Per sbloccare tutto il potenziale inespresso. L'utilizzo di questo servizio favorisce l'allineamento dei diversi punti di vista e, nel medio periodo, genera un livello superiore di fiducia. Il ricorso a un facilitatore esterno comporta i seguenti vantaggi:
neutralità, terzietà | Il facilitatore esterno non è implicato in alcuna faccenda interna e, di conseguenza, non ha obiettivi che vadano al di là del superamento della fase di stallo. La sua neutralità a garanzia di una moderazione equilibrata, di una visione distaccata. Dirimere le contese diventa più semplice: si esce dal solito giochetto "sei tu che non capisci", assumendo un'equa vicinanza con le parti.
coordinamento, metodo, regia | Il facilitatore esterno conosce i processi di gruppo e li sa gestire. Quello è il suo focus. Si concentra sugli atteggiamenti, sui conflitti, sui consensi, sulle percezioni. E' consapevole della cultura organizzativa di riferimento e ne tiene conto. Così come tiene conto dell'intelligenza emotiva dei soggetti coinvolti, della loro vulnerabilità, temperando le esagerazioni schematiche. Crea sicurezza psicologica. Dà i turni di parola e imposta i tempi delle interazioni, favorendo la comunicazione nel gruppo. Crea il giusto clima, fatto di apertura, schiettezza e calore.
link, connettore, mediatore | Non essendo condizionato da convinzioni radicate, fa emergere la soluzione direttamente dal gruppo, attivando dei ponti tra le differenti prospettive. Il facilitatore non porta risposte, ma formula le domande più opportune, stimolando l'individuazione di un punto di convergenza.
facilitazione di progetto [project management] | Supportare i gruppi all'ottenimento di risultati, direttamente «on the job». Il focus è quello di garantire il senso di quanto sta producendo il progetto. Un'ossessione che, di fatto, corrisponde alla principale responsabilità del facilitatore di progetto: anteporre l'efficacia all'efficienza, salvaguardando il fine di ogni sforzo e preservandolo dalla deleteria commistione con i mezzi. Il facilitatore osserva, ascolta, chiarisce. Quando tutto procede come dovrebbe, tende a scomparire. Senza mai perdere di vista l'obiettivo.
formazione
teamwork | Scoprire e sperimentare gli ingredienti fondamentali del lavoro di gruppo: fiducia, apertura, chiarezza degli obiettivi, interdipendenza. Un susseguirsi di attività esperienziali, debrief e modelli di supporto perfettamente incastonati.
comunicazione | I basilari. Il poco usato bene. Alla ricerca di quella sensibilità necessaria per estrarre il succo da questo smisurato flusso di stimoli. Coscientizzare e valorizzare il proprio stile comunicativo. Tecniche di ascolto. Dare feedback.
leadership | Il lavoro in team vissuto da chi il team lo deve gestire. Prescrivere o guidare? Supportare o delegare? In due parole: leadership situazionale.
project management | La gestione dei progetti, con priorità data agli aspetti «emotivi». Non solo i classici strumenti di project management, ma anche qualche arma in più per capire la cultura organizzativa e sfruttare le naturali predisposizioni dei singoli.
intangibili | Toccare con mano il mondo degli assets intangibili. Entrare in un nuovo paradigma. Per anticipare il futuro.
abitudini e cultura organizzativa | Esplorare le caratteristiche della cultura organizzativa. Comprendere la dinamica delle abitudini. Un diagnostico con cui identificare la tipologia di appartenenza e comprenderne punti di forza e di debolezza.
decidere | Percorrere i passaggi del processo decisionale. Perché la «non scelta» non esiste!
negoziazione | Duri o morbidi? Meglio la terza via, cioè abbandonare la trattativa di posizione e passare a ragionare di interessi e obiettivi.
gestione del tempo | Dare valore al tempo. Organizzazione personale: mettere ordine, darsi le giuste priorità e saper discernere. Per migliorare concretamente la propria esistenza.
gestione delle riunioni | Utilizzare al meglio il tempo condiviso.
presentazioni efficaci | Parlare in pubblico. Progettare presentazioni. Utilizzare correttamente i mezzi a disposizione. Un coach a disposizione per rivivere individualmente le proprie performances.
progettazione ad-hoc | Perché è dall'obiettivo reale che tutto discende.